Mariella Graziani/La Gazzetta di Parma

Dura meno di 12 mesi a cavallo tra 1950 e 1951, la vicenda rievocata nell'ultimo film di Daniele Segre Pareven furmighi (Sembravano formiche) che il prossimo 29 agosto (ore 20), nella sala Volpi, inaugurerà la sezione «Officina Veneziana» della 54a Mostra del cinema di Venezia.
Si tratta di una vicenda dai contorni un po' mitici, che coinvolge un'intera comunità, quella di Cavriago, in provincia di Reggio Emilia. Fu infatti in quella manciata di mesi, che centinaia di cavriaghesi prestarono volontariamente la loro opera per realizzare a tempo di record (siamo all'epoca del governo Scelba e l'autorizzazione. «strappata» non senza difficoltà, valeva solo un anno, pena la decadenza), il Cinema Teatro Nuovo, una sala da mille posti che nell'immaginario collettivo era vista anche come il segno dell'uscita dalla guerra e dell'inizio di una nuova età più libera e giusta.
Segre recupera quei giorni di intenso e appassionato lavoro attraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, oggi ormai anziani. Nei loro racconti (tutti in dialetto con sottotitoli in italiano) c'è inevitabilmente, la nostalgia per quel passato ormai lontano e così diverso dall'oggi, ma c’è anche oroglio per il contributo peronale dato alla realizzaione di un'opera che è poi stata per anni una presenza importante nella vita della cittadina e che nello scorso settembre è stata riaperta con il nome di «Multisala Novecento».
Quello che emerge dalle parole delle donne e degli uomini che allora avevano vent’anni è infatti, soprattutto, il ritratto di un'epoca e dei sogni e dei valori che l'animarono.
Il film è prodotto dal comune di Cavriago, dalla Cooperativa Casa del Popolo (costruttrice del Cinema teatro Nuovo) e dalla società «I cammelli» di Daniele Segre, con il patrocinio di Regione Emilia Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Spi Cgil nazionale e Spi Cgil Emilia-Romagna